Pensioni News: Pagina dedicata alle novità su pensioni e pensionamenti
Pubblicato il 2021-10-23
Che cos'è la pensione?
I lavoratori, dipendenti o autonomi, durante la loro vita lavorativa, rinuncia ad una quota della retribuzione per potersi garantire al termine della loro vita lavorativa una rendita che l'accompagni nella loro vecchiaia.
Le prestazioni previdenziali, o pensioni, sono determinate sulla base di rapporti assicurativi e sono finanziate con il prelievo contributivo: ogni lavoratore, sia dipendente sia autonomo, pubblico o privato, deve essere obbligatoriamente iscritto al rispettivo ente previdenziale, al quale vengono versati periodicamente i contributi previdenziali.
I contributi versati nel corso della vita lavorativa determinano, alla fine di questa, una rendita mensile il cui importo dipende dal numero e dall’entità dei contributi.
Che differenza c'è tra pensione di vecchiaia e pensioni di anzianità, pensioni di invalidità e reversibilità?
In base a precisi presupposti, esistono diversi tipi di pensioni.
Quella più frequentemente nota è la pensione di vecchiaia, che spetta al compimento della cosiddetta età pensionabile, a condizione che sia stato versato un numero minimo di contributi.
C’è poi la pensione di anzianità, una forma di pensionamento anticipato per chi raggiunge un numero di anni di contribuzione più elevato. Per chi interrompe prima del tempo l’attività lavorativa per motivi di salute, sono previsti l’assegno di invalidità e la pensione di inabilità, a seconda della gravità della sua condizione di salute.
In caso di morte del lavoratore o del pensionato le prestazioni pensionistiche spettano in parte anche ai familiari del pensionato: si parla in questo caso di pensione ai superstiti, detta anche reversibilità.
Che cosa è l'assegno sociale anche detto pensione sociale ?
Se l’importo della pensione calcolato sulla base dei contributi versati è inferiore ad un determinato importo minimo, interviene lo Stato che, per mezzo dell’Inps, integra in parte la pensione di chi non ha altri redditi. Esistono, poi, altre forme di prestazioni, che vengono definite assistenziali, per coloro che non hanno altri mezzi di sostentamento.
Tali prestazioni, che vengono riconosciute anche se non sono stati versati contributi, sono costituite ad esempio dall’assegno sociale e dalle prestazioni di invalidità civile.
Vediamole le diverse tipologie di pensioni nel dettaglio:
Pensione di vecchiaia: a chi spetta e quali requisiti per poterla prendere
La pensione di vecchiaia spetta a tutti quei lavoratori dipendenti e pernsionati per i quali la pensione si calcola con il sistema misto o contributivo con i seguenti requisiti:
- almeno 20 anni di contributi;
- 67 anni di età (fino al 31 dicembre 2022), indipendentemente dal sesso, indistintamente per tutti gli iscritti a tutte le gestioni previdenziali che hanno cessato l’attività lavorativa dipendente.
Per i lavoratori che sono iscritti a una gestione previdenziale dal 1° gennaio 1996 la pensione di vecchiaia si calcola con il sistema contributivo puro, e spetta avendo:
- almeno 20 anni di contributi;
- 67 anni di età (fino al 31 dicembre 2022);
- un importo della futura pensione pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Questo requisito non è necessario al compimento del 70° anno di età (con l’adeguamento alla speranza di vita), in presenza di almeno 5 anni di contributi effettivi e a condizione che l’interessato interrompa l’attività lavorativa dipendente.
In generale, la pensione di vecchiaia decorre dal mese successivo alla maturazione dei requisiti, mentre per i dipendenti pubblici decorre dal 1° giorno successivo alla data di fine dell’attività lavorativa, a esclusione delle seguenti categorie:
- personale scolastico in pensione dal 1° settembre;
- personale dell’università in pensione dal 1° novembre;
- personale delle forze armate e forze di polizia con finestra mobile, trascorsi 12 mesi dalla maturazione del diritto.
I lavoratori che, al 31 dicembre 2011, avevano già maturato i requisiti contributivi e anagrafici previsti per la pensione di vecchiaia, continuano ad andare in pensione secondo la normativa in vigore a tale data.
I lavoratori del settore privato con invalidità all’80% o non vedenti o con requisito contributivo ridotto continuano a ottenere la pensione di vecchiaia all’età prevista dalle vecchie norme (fino al 31 dicembre 2022, 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini).
I lavoratori che hanno svolto lavori usuranti e gravosi possono andare in pensione con almeno 30 anni di contributi e 66 anni e 7 mesi di età, perché non si applica l’adeguamento alla speranza di vita previsto dal 2019.
Pensione anticipata: che cos’è e a chi spetta
La pensione anticipata è quel trattamento pensionistico che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia. La pensione anticipata è in vigore dal 1° gennaio 2012
La pensione anticipata è prevista per gli iscritti:
- all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che include il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, le Gestioni speciali per i lavoratori autonomi;
- alla Gestione Separata INPS;
- alle forme sostitutive dell’AGO, come ad esempio il Fondo Volo (per i dipendenti da aziende di navigazione aerea) e la Gestione sport e spettacolo (per i lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti);
- alle forme esclusive dell’AGO, come ad esempio le Gestioni dei dipendenti pubblici (dipendenti dello Stato, degli enti locali, del settore sanità, ufficiali giudiziari e gli insegnanti d’asilo dipendenti dei comuni, delle scuole elementari parificate).
Possono richiedere la pensione anticipata i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini.
In base alle norme vigenti, tale requisito (in vigore dal 1° gennaio 2016) è previsto fino al 31 dicembre 2026.
I soli lavoratori che hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996, inoltre, possono chiedere la pensione anticipata al compimento del requisito anagrafico di 64 anni di età, da adeguare a decorrere dal 2023 agli incrementi della speranza (il requisito dei 63 anni, infatti, è stato innalzato dal 1° gennaio 2013 per effetto degli intervenuti adeguamenti alla speranza di vita), a condizione che risultino soddisfatti i seguenti ulteriori requisiti:
- almeno 20 anni di contribuzione effettiva (con esclusione, pertanto, della contribuzione figurativa );
- ammontare della prima rata di pensione non inferiore a 2,8 volte l'importo mensile dell'assegno sociale (cd. importo soglia annualmente rivalutato). Per il 2021 l'importo è di 1.288,78 euro (460,28 x 2,8).